Ai piedi di Capo d’Armi, sul versante calabrese dell’imboccatura meridionale dello Stretto di Messina, un’imponente lingua di roccia sprofonda nello Jonio raggiungendo in breve grandi profondità.
Un ciglio perpendicolare alla costa ne segna il confine settentrionale, mentre numerose pietre sparse – lembi franati dalla rupe Leucopetra – creano un paesaggio sommerso poco colorato ma ricco di pesci ed invertebrati, tra cui molluschi e crostacei.
Sul circostante fondo sabbioso, la presenza di matte di Posidonia oceanica ha creato l’habitat ideale delle corvine, presenti assieme ad esemplari di cernie e sparidi, insediati stabilmente. Nonostante l’immersione sia caratterizzata da poco colore, la fauna stanziale è notevole ed il colpo d’occhio della morfologia del fondale molto suggestivo.
Località | Lingua di Capo d’Armi |
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Tipo di immersione | Dalla barca |
Profondità max | 50 m |
Profondità min | 10 m |
Fondale | Lingua di roccia su sabbia |
Correnti | Deboli o moderate occasionali |
Percorso sub | Andata e ritorno lungo la lingua di roccia |
Biodiversità | Fauna stanziale importante, poco colore |
Peculiarità | Area archeologica |