Pareti, Secche e Grotte
Occhio di Pellaro
Nel tratto di mare antistante il litorale che precede il borgo marinaro di Pellaro, in località cosiddetta Occhio, una grande distesa di sabbia, interrotta a tratti da praterie di Halophila stipulacea, ospita un gran numero di invertebrati e pesci, tra cui colorati cavallucci marini. Un muretto di protezione separa la strada dalla breve spiaggia del luogo, rendendo molto comodo l’ingresso in acqua da terra;
il fondale, subito in discesa verso la profondità, rende ancora più semplice l’arrivo alle batimetriche dei 30/40 m, a pochi passi dal bagnasciuga.
Semisepolti nel fine sedimento sabbioso troviamo grandi esemplari di gallinelle (Chelidonichthys lucernus) e pesci lucertola (Synodus saurus), con qualche pesce prete (Uranoscopus scaber) e moltissime triglie (Mullus surmuletus). Zerri, menole e grossi esemplari di pagello albergano a un palmo dal fondo, specie nei mesi invernali, insieme a numerosi piccoli gruppi di giovani pagelli fragolini e pagri. Scorfanetti di specie diverse, rombi e sogliole si dividono gli spazi, con preferenze diverse per le zone sabbiose o ciottolose.
Nei tratti a prateria compaiono molluschi come polpi, seppie e nudibranchi, oltre alla possibilità di incontrare grandi esemplari di cavallucci marini (Hippocampus guttulatus).
Immancabili i pesci trombetta (Macroramphosus scolopax), rari altrove, e, lungo le cime dei numerosi corpi morti utilizzati per l’ormeggio di piccole imbarcazioni, grandi e numerosi spirografi creano un habitat sfruttato da moltissime specie di anellidi, tunicati, poriferi echinodermi e piccoli pesci. Un ambiente misto, con sabbia, fango e detrito, decisamente popolato, ideale per immersioni notturne ricche di sorprese.
Località | Occhio di Pellaro |
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Tipo di immersione | Da terra |
Profondità max | 40 m |
Profondità min | 10 m |
Fondale | Scarpata di sabbia e detrito |
Correnti | Deboli o forti occasionali |
Percorso sub | Andata e ritorno paralleli al litorale |
Biodiversità | Alta diversità di specie di sabbia e detrito |
Peculiarità | Fitti banchi di pesci trombetta e grandi esemplari di cavallucci marini |
Pareti, Secche e Grotte
Fiumarella di Pellaro
Di fronte alla foce della Fiumarella di Pellaro, in un’acqua usualmente cristallina, giornalmente ripulita dalle correnti dello Stretto di Messina, è possibile effettuare un’immersione semplice ed interessante. Si tratta di un sito di notevole importanza, che preserva strutture murarie un tempo emerse ed ora sott’acqua in seguito allo sprofondamento della punta di Pellaro. Le mura sommerse, tra cui si nasconde molto pesce stanziale, sono dislocate a profondità diverse, assieme a scogli isolati emergenti dal fondale sabbioso, inglobate in una natura selvaggia.
Punto di passaggio di grandi pelagici e al tempo stesso abitato da pesce stanziale, il sito è interessante sotto tanti punti di vista, generoso sia con l’appassionato di storia che con l’appassionato naturalista. Anche il fondo sabbioso, di solito considerato noioso, si rivela qui ricco di vita, animato da grandi spirografi. Possibile l’incontro anche con cavallucci marini e pesci balestra.
Località | Fiumarella di Pellaro |
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Tipo di immersione | Da terra |
Profondità max | 65 m |
Profondità min | 15 m |
Fondale | Grandi scogli isolati e murate |
Correnti | Moderate o forti |
Percorso sub | Ad anello, andata e ritorno |
Biodiversità | Scogli e poriferi, con molto pesce stanziale |
Peculiarità | Cavallucci marini e pesci balestra |
Pareti, Secche e Grotte
Punta Pellaro
Sull’estrema punta del litorale sabbioso di Pellaro, nello Stretto di Messina, è situato poco distante dalla riva, un ampio tavolato roccioso, con orlo e caduta di massi su sabbia, di un bel colore chiaro e a pochi metri di profondità (3-4 m circa). La parete esterna, che scende con una frana su un fondale di 10-15 m, segna l’inizio di una ripida discesa di sabbia e detrito, con grandi rocce isolate, che giungono fino ai 65 m di profondità, sempre più rade man mano che si scende.
Una ricca fauna incrostante e molti pesci in movimento e stanziali popolano la fascia compresa tra i 15 e i 30 m di profondità. Le fenditure della roccia offrono rifugio a belle murene e a qualche grande cernia bruna; nei corridoi di sabbia e detrito si può incontrare qualche bell’esemplare di cerianto, mentre sulle pareti rocciose in ombra abbondano spugne e tunicati. Tra i celenterati ricordiamo uno dei più bei madreporari del Mediterraneo: la splendida Phyllangia mouchezii, madrepora poco nota e poco diffusa ovunque, frequente invece in alcuni siti sommersi dello Stretto di Messina, con colonie dalle tinte cangianti dal salmone al rosa fino al bianco.
Ma la secca di Pellaro è famosa soprattutto per il pesce pelagico, perciò alziamo la testa dal fondo e guardiamo spesso sopra di noi o verso il mare aperto: nel periodo giusto non è difficile trovarsi circondati da giovani ricciole in banchi, da una moltitudine di salpe, da banchi di palamite o da grossi tonni che navigano solitari e veloci. Anche i piccoli e colorati nudibranchi hanno il loro spazio e tra i celenterati è presente la Lophogorgia sarmentosa, esile e delicata, dal colore salmone o giallino. Alla quota più profonda, come da manuale, grossi macigni ci offrono la magica visione di colonie di belle aragoste, oggi sempre più rare.
Località | Punta Pellaro |
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Tipo di immersione | Da terra (spiaggia) |
Profondità max | 70 m |
Profondità min | 3 m |
Fondale | Secca con cappello prossimo alla riva e degradante verso il mare aperto |
Correnti | Forti in superficie e fino ad una certa profondità |
Percorso sub | Ad anello |
Biodiversità | Discreta presenza di fauna sessile e molto pesce stanziale e pelagico |
Peculiarità | Punto di passaggio di grandi pesci |
Pareti, Secche e Grotte
Grotta “la Castelluccia” a Lazzaro
Ci troviamo presso il lungomare di Lazzaro, frazione del comune di Motta San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria. Il sito d’immersione, cui si accede da riva, è costituito da un’imponente cigliata di sabbia e detrito che, a circa 40 m di profondità, si trasforma in una e propria parete rocciosa verticale, in cui si apre un’ampia grotta, denominata “la Castelluccia”, alla profondità di 54 m. Si tratta di un’immersione in grotta, impegnativa, adatta a subacquei esperti, ma che può riservare molti incontri interessanti fuori e dentro la grotta.
Lungo la discesa si è accompagnati da banchi di castagnole e, sul fondo sabbioso, non mancano gli incontri con grandi stelle marine (specie Marthasteria glacialis) e rombi.
Durante l’immersione in grotta la biodiversità offre uno spettacolo mozzafiato: alle forme di vita tipiche degli ambienti sciafili, si affiancano grandi ricci diadema, stelle marine e spugne bianche che decorano le pareti, animate da paguri, murene e nudibranchi. La grotta è inoltre piena di piccoli gamberetti (Plesionika narval) e di grandi musdee (Phycis phycis), che non si fanno scappare il ricco banchetto…
Raro ed emozionante l’incontro con un piccolo pesce cartilagineo, simbolo del luogo: lo squalo porco.
Località | Lazzaro – Grotta “La Castelluccia” |
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Tipo di immersione | Da terra |
Profondità max | 70 m |
Profondità min | 35 m |
Fondale | Cigliata con grotta |
Correnti | Deboli, forti solo di rado |
Percorso sub | Andata e ritorno paralleli al litorale |
Biodiversità | Pochi invertebrati e molto pesce stanziale ben nascosto |
Peculiarità | Occasionale presenza di pesci di profondità (ad es. squalo porco) |
Pareti, Secche e Grotte
Lo Scoglio Bianco a Saline Joniche
In località Saline Joniche, nel basso Jonio calabrese, con accesso da un’ampia spiaggia di ghiaia e sabbia, si trova una piccola secca con cadute verticali dagli 8 ai 15-20 m, con successiva franata di roccia, ricoperta da una notevole varietà di alghe e spugne. Pochi, ma molto interessanti, gli invertebrati presenti, tra cui molte specie di gamberetti, nascoste nelle cavità della roccia, tunicati, numerose specie di stelle e nudibranchi.
Tra quest’ultimi, oltre ai comuni esemplari di Flabellina affinis o Cratena peregrina, è possibile incontrare begli esemplari di Umbraculum umbraculum. Frequente l’incontro con un grande mollusco con conchiglia, la Tonna Galea, spesso nascosto nel fondo sabbioso. Molto comuni anche piccoli serranidi, soprattutto esemplari di cernie brune e dotti.
A bassa profondità, sotto un anfratto roccioso, si trova una piccola statua di Gesù, ormai riccamente colonizzata dalla fauna stanziale.
Località | Lo scoglio bianco a Saline Joniche |
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Tipo di immersione | Da terra |
Profondità max | 30 m |
Profondità min | 8 m |
Fondale | Piccola secca con cadute verticali sui 15 m e franata di roccia successiva |
Correnti | Deboli o moderate occasionali |
Percorso sub | Andata e ritorno parallelo al litorale |
Biodiversità | Notevole varietà di alghe e pochi ma interessanti invertebrati |
Peculiarità | Nudibranco Umbraculum e Tonna Galea. |
Pareti, Secche e Grotte
Capo Bruzzano
Nel basso Jonio calabrese, è possibile immergersi in una classica secca costituita da basse emergenze rocciose, su fondo sabbioso, al largo dell’odierno Capo Bruzzano, l’antico Capo Zephirio, che fu il primo punto di approdo dei coloni greci.
Tra le pareti rocciose si trova pesce stanziale e numerosi invertebrati, anche se ben celati. La specie più comune è la cernia, che ha fatto meritare a questo sito d’immersione la definizione di “Secca delle cernie”. Sul fondo sabbioso, dal bel colore chiaro, si trovano aree a prateria di Posidonia oceanica, che cela al suo interno una ricca fauna.
Località | Capo Bruzzano |
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Tipo di immersione | Dalla barca |
Profondità max | 30 m |
Profondità min | 15 m |
Fondale | Classica secca di roccia e posidonia su fondo sabbioso |
Correnti | Deboli o assenti |
Percorso sub | Ad anello intorno alla secca |
Biodiversità | Pesce stanziale e invertebrati ben celati |
Peculiarità | Notevole presenza di pesce bianco e cernie di sabbia |
Pareti, Secche e Grotte
Lingua di Capo d’Armi
Ai piedi di Capo d’Armi, sul versante calabrese dell’imboccatura meridionale dello Stretto di Messina, un’imponente lingua di roccia sprofonda nello Jonio raggiungendo in breve grandi profondità.
Un ciglio perpendicolare alla costa ne segna il confine settentrionale, mentre numerose pietre sparse – lembi franati dalla rupe Leucopetra – creano un paesaggio sommerso poco colorato ma ricco di pesci ed invertebrati, tra cui molluschi e crostacei.
Sul circostante fondo sabbioso, la presenza di matte di Posidonia oceanica ha creato l’habitat ideale delle corvine, presenti assieme ad esemplari di cernie e sparidi, insediati stabilmente. Nonostante l’immersione sia caratterizzata da poco colore, la fauna stanziale è notevole ed il colpo d’occhio della morfologia del fondale molto suggestivo.
Località | Lingua di Capo d’Armi |
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Tipo di immersione | Dalla barca |
Profondità max | 50 m |
Profondità min | 10 m |
Fondale | Lingua di roccia su sabbia |
Correnti | Deboli o moderate occasionali |
Percorso sub | Andata e ritorno lungo la lingua di roccia |
Biodiversità | Fauna stanziale importante, poco colore |
Peculiarità | Area archeologica |